mercoledì 23 gennaio 2008

Acqua risorsa preziosa



Quante persone al mondo non dispongono di acqua potabile?

a) Cento milioni

b) Mezzo miliardo

c) Più di un miliardo e mezzo

Vi sorprenderà sapere che sono più di un miliardo e mezzo le persone che non dispongono di acqua potabile, elemento fondamentale per l’esistenza del genere umano e per la sopravvivenza dell’intero ecosistema.

Il rischio è che nell’anno 2025, quando la popolazione mondiale supererà gli 8 miliardi di esseri umani, il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile aumenti a più di 3 miliardi.

Di tutta l’acqua dolce presente sul pianeta meno dell’ 1% è disponibile per l’uomo. Si tratta quindi una risorsa limitata e mal distribuita. Sono oltre trenta i Paesi del mondo che soffrono per una mancanza strutturale di acqua; In Africa e in Asia, ad esempio, meno del 60% della popolazione dispone di acqua potabile e meno della metà di servizi igienici.

Gli squilibri tra Nord e Sud del mondo sono evidenti: un cittadino nordamericano ha un consumo medio annuo di 1700 m³, la media in Africa è di 250 m³. La scarsità di acqua sta diventando sempre più una fonte importante di instabilità economica e politica.

La principale fonte di vita dell’umanità si sta trasformando in una risorsa strategica vitale, rientrando sempre più nella sfera della politica economica più che della politica sociale.

Sono sempre più numerose le multinazionali che gestiscono il mercato delle acque in bottiglia, ma non solo, anche la gestione delle risorse idriche degli stati sta diventando una questione di ordine privato.

È necessario attivarsi per un Contratto Mondiale sull’acqua, che riconosca l’accesso all’acqua come un diritto fondamentale, inalienabile, individuale e collettivo, per poter raggiungere una politica solidale dell’acqua a livello locale e mondiale.

La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 sancisce il diritto alla vita e alla salute per ogni individuo, nessun riferimento viene fatto riguardo al diritto all’acqua. È chiaro che questo diritto sia implicitamente incluso all’interno di questi due diritti. Nonostante ciò l’acqua viene considerata un bene economico soggetto alle regole del mercato, e nessuno spazio le viene dato in quanto diritto.

Sostenere che l’acqua è un diritto implica riconoscere che la collettività ha la responsabilità di creare le condizioni affinché questo diritto venga esercitato. Ciò significherebbe inserire nella politica concreta dell’acqua regole ed obblighi per gli stati e le imprese private. Inserire invece l’accesso all’acqua nella sfera dei bisogni significa collegarlo alle responsabilità e all’iniziativa e alla capacità di acquisto di ciascun individuo. Questa tendenza è sostenuta da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale.

martedì 8 gennaio 2008

Soldati Perfetti

La Cinese Type 72, l’Americana Clamore M18A1, l’Italianissima V69, questi alcuni nomi dei 350 modelli esistenti, prodotte in passato in 55 Paesi diversi. Attive 24 su 24 per 70/80 anni, fintantoché qualcuno, magari un civile, ancor meglio se un bambino, non le attivi.

Soldati perfetti: non soffrono il freddo o il caldo, la fame o la sete, la malinconia per la lontananza dai propri cari. Soldati perfetti, ma soprattutto economici: il loro costo va dai 3 ai 7€, questa loro peculiarità ha permesso il loro massiccio diffondersi in tutti i conflitti bellici (60/100 milioni di pezzi stimati).



Soldati efficienti ed efficaci: presenti in 82 paesi (Cambogia, Afghanistan, Ex Jugoslavia, Angola per citarne alcuni) causano 20 mila vittime ogni anno, una ogni 20 minuti, non importa che esse siano per il 90% dei casi civili, per il 20% bambini, non importa che funzionino anche quando la guerra è finita da anni, non importa che distruggano economicamente, socialmente e psicologicamente intere popolazioni… non importa.

Le mine antipersona rappresentano l’eredità di molti conflitti armati che si sono combattuti più o meno recentemente. Il decennale della firma del Trattato di Ottawa (7 dicembre 2007), che ha messo al bando le mine antipersona, ha rappresentato una buona occasione per presentare ai partecipanti di progetto Karibu il percorso “Non c’è pace con le mine”. Attraverso questo percorso il Gavci Padova, ormai da qualche anno presenta agli studenti delle scuole superiori la tematica delle mine antipersona, partendo dalle loro caratteristiche e dai dati generali riguardanti l’estensione del fenomeno nel mondo, le conseguenze socio-economiche dei Paesi maggiormente colpiti e, in prospettiva di una pace reale, il trattato per la loro messa al bando.

Alla fine del percorso proponiamo ai ragazzi anche una precisa forma di impegno attraverso la firma del Trattato dei Giovani contro la Guerra, che ogni anno raccoglie firme per sollecitare l’adesione di un Paese al Trattato di Ottawa.


venerdì 4 gennaio 2008

Riassunto delle puntate precedenti

Cosa realmente stiamo facendo? Come reagiscono i ragazzi alle attività proposte? Cosa ci riserveranno i prossimi interventi? In questo post cercheremo di rispondere a queste domande…

Il progetto è partito ufficialmente il 20 novembre e fino ad ora sono stati svolti 14 incontri. I primi tre incontri sono stati utili per conoscere gli studenti coinvolti e per la spiegazione del progetto. In questa prima fase abbiamo proposto delle semplici attività sul tema della scrittura creativa. Tali attività sono servite per “rompere il ghiaccio”, inoltre abbiamo potuto capire di volta in volta quanto tempo avessimo a disposizione (a questo proposito abbiamo notato le grandi differenze tra la visione del tempo studentesca – vissuta da noi ormai un po’ di anni fa – in cui il tempo sembra non passare mai e quella di chi sta dall’altra parte della cattedra in cui il tempo invece spesso sembra non bastare mai).

Nei successivi 6 incontri siamo entrati nel cuore della discussione, proponendo i piatti forti del progetto (nonché dell’associazione a cui apparteniamo). Abbiamo affrontato infatti tematiche di cui a scuola se ne parla gran poco o per nulla quali le mine antiuomo - forse il più vigliacco modo di fare la guerra - e la risorsa acqua intesa come risorsa preziosa del nostro pianeta da tutelare ad ogni costo. Tali tematiche hanno riscontrato un buon interesse da parte degli studenti, facilitando anche un gradevole scambio di opinioni.

Negli ultimi due interventi invece abbiamo iniziato un percorso di educazione civica che continuerà al rientro dalle vacanze, ma vi parleremo di questo solamente nei prossimi post…

mercoledì 2 gennaio 2008

L'importante è partecipare...


Gli “eletti” che partecipano al progetto Karibu appartengono tutti, come detto nel precedente post, all’ITC Calvi. L’Istituto è costituito da una sede centrale in Via S. Chiara, 10 e una succursale in Via Sanmicheli, 8. In tutto partecipano al progetto 5 classi per un totale di una ventina di studenti. Siamo presenti nell’Istituto un giorno in sede succursale e un altro in sede centrale per un totale di tre ore settimanali. Abbiamo scelto di lavorare con più classi contemporaneamente in modo da avere più studenti, ma abbiamo ritenuto anche interessante far lavorare assieme studenti di classi diverse.


I risultati dei primi interventi? Li racconteremo nel prossimo post…

Di nuovo al lavoro!

Dopo le abbuffate di Natale e Capodanno eccoci di nuovo al lavoro per rendere più ricco questo blog e raccontare il nostro bel progetto Karibu.

Non riprenderemo però senza avervi augurato un intenso e sereno 2008!!

Torniamo a noi… In questo post troverete alcuni cenni sulla storia di progetto Karibu. Buona Lettura!

Cenni Storici

E’ proprio il caso di dirlo: progetto Karibu ha avuto una storia travagliata, che contribuisce a rendere questo post ricco di contenuti! Cercheremo di essere sintetici: promesso!

Il progetto nasce nel 2005, da un’idea di Francesco, allora volontario in servizio civile presso la nostra associazione. L’idea di occupare gli studenti che non si avvalgono dell’ora di religione con attività alternative è stata sin dall’inizio condivisa da tutti i soci Gavci.

Il bando annuale del Centro Servizi per il Volontariato ha rappresentato l’occasione per mettere per iscritto le idee condivise e cercare di ottenere un piccolo finanziamento.

Giugno 2006

Karibu viene approvato e finanziato dal CSV, purtroppo il Gavci non ottiene dal Bando Nazionale i volontari in servizio civile che possano andare nelle scuole durante il successivo anno scolastico e proporre con continuità il progetto. In accordo con il CSV decidiamo di attendere il nuovo bando UNSC con la speranza che ci siano i nuovi volontari. Progetto Karibu per qualche mese viene messo in standby.

Settembre 2006

Una bella notizia! I progetti per ottenere volontari in servizio civile sono finanziati! 6 baldi giovani hanno la possibilità di trascorrere un anno della loro vita prestando servizio all’interno del Gavci.

Febbraio 2007

I Gavcini sono all’opera! Si tolga dalla naftalina Progetto Karibu!!!

Aprile 2007

Dopo lunghi dibattiti abbiamo deciso di affrontare il corso di formazione previsto nel progetto sul tema della scrittura creativa al fine di proporre le attività in un modo originale e coinvolgente.

Il corso, condotto dalla dott.ssa Valeria Falso dell’Associazione Culturale Fantalica, ha avuto una durata di 10 incontri, durante i quali, tra le altre cose, armati di carta, penna e calamaio ci siamo prodigati nella produzione di qualche raccontino... Il periodo di formazione, intenso e per molti inedito, ha fatto scoprire ad alcuni doti creative nascoste fino ad allora impensate: insomma il corso ha rappresentato un ulteriore occasione per conoscere noi stessi e chi frequentiamo tutti i giorni.


Tra aprile e maggio abbiamo anche pubblicizzato il progetto nei vari Istituti presenti nel Comune di Padova: l’obiettivo era quello di essere operativi per l’inizio del nuovo anno scolastico.

Da qui nasce la collaborazione con l’ITC Calvi di Padova con il Preside in prima file per attuare nella sua scuola il progetto.

Novembre 2007

Non ci pare vero!!! Dopo più di un anno dalla sua ideazione progetto Karibu inizia a fare sfoggio della sua bellezza all’interno dell’ITC Calvi. Si conclude positivamente un lungo percorso fatto di speranze, aspettative e ripensamenti. E’ però proprio ora che inizia il bello: come conquistare i ragazzi? Come rendere piacevole la nostra iniziativa? Come essere interessanti?

Il gioco si fa duro… i duri allora…

mercoledì 19 dicembre 2007

Gavci?

Il G.A.V.C.I. (Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia), fondato nel 1977 a Bologna, è un gruppo di volontari e volontarie e di obiettori di coscienza. Si caratterizza per una scelta di pace e nonviolenza che si concretizza in attività di sensibilizzazione e formazione rivolte alla popolazione offrendo anche la possibilità ai giovani di prestare Servizio Civile e di svolgere attività di volontariato in vari progetti.

Ha sedi a Bologna, Modena e Padova.

La sezione di Padova, nata nel 1997, è iscritta all’Albo Regionale delle Organizzazioni di Volontariato dal 1998. Aderisce all’Associazione Centro Servizi Padova Solidale, sostiene le attività di realtà ben radicate nel territorio padovano quali: Cooperativa Nuovo Villaggio, Associazione Italiana Zingari Oggi. A livello nazionale è socio della Campagna Italiana Contro le Mine.

Il Gavci di Padova, già da alcuni anni, propone due progetti di Servizio Civile: il progetto di servizio alla persona, riguardante l’assistenza a minori ed emarginati ed il progetto operativo-culturale di pace e nonviolenza il quale si svolge principalmente all’interno delle scuole elementari, medie e superiori con attività di sensibilizzazione ed informazione sui temi della pace.

Negli ultimi anni il Gavci Padova ha proposto ai suoi soci e ai volontari di affrontare corsi ed incontri formativi riguardanti il teatro dell’oppresso, la scrittura creativa, gli avvocati di strada.

Il Gavci partecipa alla Marcia Perugia-Assisi, alla marcia per la pace della Diocesi di Padova, a Civitas - la fiera del terzo settore, ed organizza ogni anno il Fun ’N’ Sound - Concerto e Informazione. Fino al 2006 è stato membro della rete Lilliput di Pd.



martedì 18 dicembre 2007

Progetto Karibu si presenta


Obiettivo principale del progetto “KARIBU” è quello di educare alla pace e alla nonviolenza, e di promuovere il volontariato, in una società e in una realtà scolastiche complesse e multietniche. Considerata l’ora di religione come unica occasione che gli studenti hanno per affrontare tematiche “altre” rispetto ai contenuti delle materie curriculari, ci si vuole proporre a quegli studenti che per svariati motivi hanno scelto di non avvalersi di tale insegnamento. Karibu vuole offrire la possibilità di avere garantita almeno un’ora di formazione non prettamente didattica attraverso la discussione e il confronto con i propri coetanei.





Il progetto è realizzato dall'associazione G.A.V.C.I. (Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia), grazie al finanziamento del Centro di Servizio per il Volontariato della provincia di Padova.