Quante persone al mondo non dispongono di acqua potabile?
a) Cento milioni
b) Mezzo miliardo
c) Più di un miliardo e mezzo
Vi sorprenderà sapere che sono più di un miliardo e mezzo le persone che non dispongono di acqua potabile, elemento fondamentale per l’esistenza del genere umano e per la sopravvivenza dell’intero ecosistema.
Il rischio è che nell’anno 2025, quando la popolazione mondiale supererà gli 8 miliardi di esseri umani, il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile aumenti a più di 3 miliardi.
Di tutta l’acqua dolce presente sul pianeta meno dell’ 1% è disponibile per l’uomo. Si tratta quindi una risorsa limitata e mal distribuita. Sono oltre trenta i Paesi del mondo che soffrono per una mancanza strutturale di acqua; In Africa e in Asia, ad esempio, meno del 60% della popolazione dispone di acqua potabile e meno della metà di servizi igienici.
Gli squilibri tra Nord e Sud del mondo sono evidenti: un cittadino nordamericano ha un consumo medio annuo di
La principale fonte di vita dell’umanità si sta trasformando in una risorsa strategica vitale, rientrando sempre più nella sfera della politica economica più che della politica sociale.
Sono sempre più numerose le multinazionali che gestiscono il mercato delle acque in bottiglia, ma non solo, anche la gestione delle risorse idriche degli stati sta diventando una questione di ordine privato.
È necessario attivarsi per un Contratto Mondiale sull’acqua, che riconosca l’accesso all’acqua come un diritto fondamentale, inalienabile, individuale e collettivo, per poter raggiungere una politica solidale dell’acqua a livello locale e mondiale.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948 sancisce il diritto alla vita e alla salute per ogni individuo, nessun riferimento viene fatto riguardo al diritto all’acqua. È chiaro che questo diritto sia implicitamente incluso all’interno di questi due diritti. Nonostante ciò l’acqua viene considerata un bene economico soggetto alle regole del mercato, e nessuno spazio le viene dato in quanto diritto.
Sostenere che l’acqua è un diritto implica riconoscere che la collettività ha la responsabilità di creare le condizioni affinché questo diritto venga esercitato. Ciò significherebbe inserire nella politica concreta dell’acqua regole ed obblighi per gli stati e le imprese private. Inserire invece l’accesso all’acqua nella sfera dei bisogni significa collegarlo alle responsabilità e all’iniziativa e alla capacità di acquisto di ciascun individuo. Questa tendenza è sostenuta da Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale.