martedì 8 gennaio 2008

Soldati Perfetti

La Cinese Type 72, l’Americana Clamore M18A1, l’Italianissima V69, questi alcuni nomi dei 350 modelli esistenti, prodotte in passato in 55 Paesi diversi. Attive 24 su 24 per 70/80 anni, fintantoché qualcuno, magari un civile, ancor meglio se un bambino, non le attivi.

Soldati perfetti: non soffrono il freddo o il caldo, la fame o la sete, la malinconia per la lontananza dai propri cari. Soldati perfetti, ma soprattutto economici: il loro costo va dai 3 ai 7€, questa loro peculiarità ha permesso il loro massiccio diffondersi in tutti i conflitti bellici (60/100 milioni di pezzi stimati).



Soldati efficienti ed efficaci: presenti in 82 paesi (Cambogia, Afghanistan, Ex Jugoslavia, Angola per citarne alcuni) causano 20 mila vittime ogni anno, una ogni 20 minuti, non importa che esse siano per il 90% dei casi civili, per il 20% bambini, non importa che funzionino anche quando la guerra è finita da anni, non importa che distruggano economicamente, socialmente e psicologicamente intere popolazioni… non importa.

Le mine antipersona rappresentano l’eredità di molti conflitti armati che si sono combattuti più o meno recentemente. Il decennale della firma del Trattato di Ottawa (7 dicembre 2007), che ha messo al bando le mine antipersona, ha rappresentato una buona occasione per presentare ai partecipanti di progetto Karibu il percorso “Non c’è pace con le mine”. Attraverso questo percorso il Gavci Padova, ormai da qualche anno presenta agli studenti delle scuole superiori la tematica delle mine antipersona, partendo dalle loro caratteristiche e dai dati generali riguardanti l’estensione del fenomeno nel mondo, le conseguenze socio-economiche dei Paesi maggiormente colpiti e, in prospettiva di una pace reale, il trattato per la loro messa al bando.

Alla fine del percorso proponiamo ai ragazzi anche una precisa forma di impegno attraverso la firma del Trattato dei Giovani contro la Guerra, che ogni anno raccoglie firme per sollecitare l’adesione di un Paese al Trattato di Ottawa.


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